U.N.I.T.A.L.S.I.

Unione Nazionale Italiana Trasporti Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali

SEZIONE ROMANA-LAZIALE
Gruppo di Mentana

 

 

Home

Lourdes

Una delle tante cittadine del dipartimento degli alti Pirenei, all'ingresso della stretta valle sulla quale si affacciano importanti stazioni climatiche. Per la sua posizione strategica è stata, in passato, al centro di movimentate vicende. Il castello passò di mano in mano ed ebbe un ruolo importante anche nelle guerre di religione.
Una fortezza costruita su una roccia a picco che è stata anche prigione. Domina il panorama chiudendo su un lato la valle, di fronte al massiccio montuoso del Jer.
L'antico borgo, le cui origini sono molto incerte, ha nell'800 appena 4.135 abitanti. Il castello è presidiato da un plotone di soldati. Altri uomini in armi sono acquartierati in periferia.
Lourdes va protetta perché è capoluogo di cantone ed è anche sede del tribunale di prima istanza. È piazza strategica anche se di terza classe. Non tutta la popolazione vive delle antiche attività agricole. Ci sono anche cave di marmo e di ardesia, piccole aziende in cui si producono tessuti di lino, calze, cioccolato. La maggior parte della gente abita in città ai piedi della fortezza. Nei casolari delle campagne circostanti vivono uomini e donne che coltivano i campi e allevano il bestiame. Molte case sorgono lungo il percorso serpeggiante del fiume Gave.

Una veduta di Lourdes all'inizio del nostro secolo:il Gave (fiume) scorre dalle vaste curve tra il vecchio castello (a sinistra) e la Basilica (a destra)

I giovani e gli uomini sono iscritti a diverse confraternite e hanno raccolto l'eredità delle antiche corporazioni, impegnandosi soprattutto sul piano assistenziale.
Il concetto di mutuo soccorso è molto vivo nella vallata anche al di sopra degli statuti delle confraternite. La popolazione, come tutte quelle del sud, è intelligente, vivace, estroversa.
Le quattromila persone fanno parte di una unica famiglia, sempre pronta a mobilitarsi in caso di necessità.
Uno dei punti di riferimento è la chiesa di San Pietro. Ognuna delle sue cappelle appartiene ad una delle confraternite.
Nel tempio ci sono le statue di San Luca, protettore dei sarti, di S. Anna, patrona dei falegnami, di Nostra Signora di Monserrato, invocata da muratori, di Nostra Signora del Monte Carmelo, protettrice dei cavatori di ardesia, di Nostra Signora delle Grazie, patrona dei contadini.
Poi ci sono i gruppi che portano lo stesso nome: le associazioni dei Giovanni e di quelli che si chiamano Giacomo.
Le feste, dunque, sono frequenti. La chiesa di San Pietro è sempre affollata. La vita a Lourdes, pur scorrendo sui binari della serenità periferica, è abbastanza animata non solo per la presenza di una guarnigione militare, ma anche per le fiere rinomate in tutta la zona.
Molta gente affluisce nei giorni di mercato lungo le rive del Gave.
D'estate la principale via di Lourdes è battuta da tante carrozze che portano i villeggianti nelle fresche località di alta collina che dominano la valle. Orgoglio degli abitanti è la vecchia rocca sulla quale hanno sventolato vari vessilli: dei romani, dei saraceni, degli inglesi. Ai suoi piedi sorgono 459 case. Poco più di un borgo, che però ha persino un giornale, il «LAVEDAN», di tendenza moderata ispirato dal sottoprefetto e dal commissario di polizia. Il "potere" controlla con facilità la situazione. La gente di Lourdes non naviga nell'oro. La maggioranza lavora nelle cave di pietra. Molte donne si guadagnano la vita vendendo la legna raccolta nel bosco del comune. Tra i tanti poveri e i pochi ricchi c'è il ceto medio, costituito da artigiani e piccoli imprenditori.

Tra la povera gente Dio è dì casa. I ricchi cercano, invece, di cancellarlo dalla storia dell'umanità anche se, per non correre troppi rischi, versano oboli al clero.
A Lourdes c'è un parroco di 47 anni che si chiama Domenico Peyramale. Ha due vìcari: Matteo Serre di 34 anni e Bertrando Péne di 35 anni. Altri due sacerdoti hanno incarichi di secondo piano: l'abbé Pomian, 36 anni, è cappellano del carcere e l'abbé Bourguine, 35 anni, cura le poche anime della frazione di Auclades.

I cinque preti hanno 4.135 anime, di cui 1.973 uomini e 2.162 donne. Le famiglie sono 702. Hanno diritto al voto soltanto 995 persone. Almeno 150 appartengono alle classi agiatg. Dunque, il popolo è sovrano soltanto sulla carta. I burattinai sono i notabili.
In testa le 38 persone che amministrano la giustizia. Seguono i militari, i medici, i farmacisti, i pubblici ufficiali, i proprietari. Commercianti e artigiani sono tra incudine e martello.
I grossisti, appena 18, sono forse dalla parte del martello dei benestanti. I 107 dettaglianti sono invece più vicini alla massa degli impotenti. Anche la maggior parte dei 193 artigiani possono essere assimilati ai più poveri.
Tirando le somme si può dire che meno di 200 abitanti di Lourdes hanno in mano le leve del potere. Gli altri 3.935 non hanno voce in capitolo. Ma, nonostante questa situazione, la vita scorre tranquilla. La gente, come tutti i meridionali di ogni parte del mondo, non se la prende più di tanto. Meglio annegare le difficoltà nell'allegria. D'altra parte, la felicità non è un traguardo facile perché non è a portata di mano nemmeno con l'appagamento delle passioni.
I ricchi, possono fare ciò che vogliono, ma non sono in grado di appagare le proprie passioni. Dunque, non sono felici. Anzi, nella maggior parte dei casi, malgrado le apparenze, sono più infelici della povera gente che si accontenta di poco, ha il gusto delle cose semplici e vive in allegria, anche se non può togliersi tante soddisfazioni.

Anche a Lourdes, come in ogni angolo della Francia, sognatori, imbroglioni, politici senza scrupoli promettono ai poveri il paradiso terrestre. Anche maghi e fattucchieri, millantando poteri occulti, irrompono con fragore sulla scena rinnovando la leggenda di Faust, nata nella Germania del sedicesimo secolo. Sacro e profano si mescolano pericolosamente cau¬sando molta confusione.
La gente non riesce a distinguere il bene dal male, il bello dal brutto, il lecito dall'illecito. La grande ventata rivoluzionaria, la restaurazione, le repubblica di Napoleone III, il modernismo

Tante tempeste che hanno turbato anche la tradizionale quiete della provincia francese. Lourdes non sfugge al clima di incertezza che regna in tutto il paese.
Apparentemente la vita scorre tranquilla, ma sotto la cenere c'è il fuoco.
Lourdes non è un Eden. Nelle menti della maggioranza si agitano pensieri non proprio idilliaci. Lo scandalo di pochi ricchi e di tanti poveri (tra questi dominano coloro che lavorano duramente per sbarcare il lunario) turba i cuori dei cristiani che non auspicano altri bagni di sangue per ristabilire una situazione di equità, ma sperano nella applicazione delle norme evangeliche. Respingono gli imbroglioni, i maghi, i fattucchieri, ma invocano la solidarietà fra gli uomini, figli dello stesso Dio anche se di razza, religione e condizione diverse.
Il Gave che scorre pigramente d'estate e impetuosamente d'inverno ai piedi della vecchia fortezza porta a valle i buoni propositi della gente di Lourdes. La situazione, infatti, non muta. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri più poveri. Con grande soddisfazione delle classi più alte e rassegnazione di quelle più basse che si accontentano di poco. Per i bambini poveri non c'è via di scampo. Sono destinati a soccombere. Pochissimi possono frequentare le scuole. Degli oltre duemila ragazzi solo 120 hanno accesso all'istruzione gratuita. La lingua che si parla a Lourdes non è il francese, ma un dialetto il "bigourdan", una delle lingue del mezzogiorno della Francia derivata dal latino come l'italiano e le lingue romanze.
Anche il modo di esprimersi dimostra l'isolamento di questa terra, dove non sempre si è convinti che bisogna lavorare con impegno per costruire un tipo di storia degna del Creatore. Un'isola felice?
Sotto certi aspetti Lourdes è la terra della felicità perché gli uomini non inseguono chimere. Ma c'è anche
troppa sottomissione all'assolutismo del potere. I cattolici non si rendono conto che il mancato impegno per la liberazione di ogni membro della comunità è un peccato di omissione.
I cinque sacerdoti incaricati di guidare la piccola pattuglia del popolo di Dio sono abbastanza frastornati. Si può mettere la fede al servizio della liberazione degli oppressi?
Si incontrano al termine di lunghe giornate di impegno pastorale, mentre il popolo di Dio gusta le gioie della famiglia.

Le discussioni sono interminabili. È difficile mettersi d'accordo sulla liberazione e sull'oppressione. Denominatore comune è il vangelo di Gesù, che non può legittimare il potere costituito, ma deve aiutare l'uomo a liberarsi dal male e quindi anche dal peso delle ingiustizie.
La rivoluzione mirò ad ampliare lo spazio di libertà dell'uomo, ma cercando di cancellare Dio dalla storia dell'uomo non raggiunse i suoi obiettivi. Infatti, solo alla luce divina si può esaltare l'attenzione dell'uomo per il prossimo che rende veramente umana l'esistenza.
Questa attenzione a Lourdes è molto limitata. Persino i poveri dimenticano i loro simili che vivono nella miseria più nera e nel più completo abbandono. Le caste sono molte e isolate da barriere insormontabili. Il gruppo più esclusivista è quello del circolo cittadino. Ne fanno parte le persone più influenti. Medici, avvocati, funzionari, benestanti. Anche se a parole sembrano non opporsi alla Chiesa, nei fatti sono i più acerrimi nemici del vangelo. Cercano di ricondurre tutto alla ragione e considerano ridicolo ciò che alla ragione sfugge. Le loro dispute nei locali del circolo sono dissacratorie.
L'alta borghesia di Lourdes, inoltre, nutre un profondo disprezzo per i poveri, considerati come esseri inferiori, quasi umanoidi, perché non avrebbero il dono dell'intelligenza. L'aberrante equazione intelligenza-ricchezza sembra scaturita dalla mentalità calvinista.
La ricchezza come dono di Dio per i più intelligenti; la povertà come castigo per i meno dotati destinati a soccombere.