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VIII° Stazione
- GESU' INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Lo seguiva una gran folla
di popolo e di donne che sì battevano il petto e facevan
lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne,
disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni
nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non
hanno generato e le mammelle che non hanno allattato... Perché
se trattano così il legno verde, che avverrà del
legno secco?" (Lc 23. 27-31).
Il popolo, come accade sovente, si è lasciato trascinare
dai capi. Si sta riprendendo, "risalendo la china",
e prende coscienza del proprio peccato? Forse. E' naturalmente
su questo, in ogni caso, che Gesù insiste con le donne
piangenti che lo accompagnano. Queste sono da compiangere più
di lui. Noi stessi, siamo più da compiangere di lui. Più
grave del supplizio che sta per sopportare è il peccato
che ne è la causa. Le conseguenze del peccato sono sempre
drammatiche.
Gesù aveva già pianto su Gerusalemme. Ci ritorna:
non piangete su di me. piangete su Gerusalemme e su tutto quello
che rappresenta per voi.
Padre sei tu che hai scelto il popolo di Israele come tuo popolo.
L'hai colmato di beni immensi (cf. Rm 9. 1-5). Tu non hai rinnegato
la tua scelta e i tuoi doni. A causa di questo, ogni antigiudeismo
é un peccato grave contro il tuo amore e il tuo disegno
di salvezza. Ma Gesù tuo figlio ricorda che la tua scelta
chiede una risposta. Le tue parole, Gesù, si rivolgono
anche a noi: Non piangete su di me. Piangete su di voi, Chiesa
e membri della Chiesa. Quello che ho detto alle donne di Gerusalemme
vi invita alla conversione.-
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