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- GESU' MUORE SULLA CROCE

"Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato... E Gesù emesso un alto
grido, spirò" (Mt 27, 46-50; cf. Mc 15, 34-37). "Gesù,
gridando a gran voce, disse: "Padre nelle tue mani consegno
il mio spirito. Detto questo spirò" (Lc 23, 46). "Gesù
disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo,
spirò" (Gv 19, 30).
La morte dì Gesù è stata un crimine. "Dopo
che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu
consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano
di empi e l'avete ucciso" (At 2, 23). Lui il Santo, il giusto,
"di fronte a Pìlato, mentre egli aveva deciso di liberarlo;
voi invece avete rinnegato... avete chiesto che vi fosse graziato
un assassino e avete ucciso l'autore della vita... Ora fratelli,
io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri
capi" (At 3. 13-17).
Di questo crimine Gesù ha fatto un sacrificio, cioè
un dono libero di se stesso, "il Padre mi ama: perché
io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me
la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere
di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo" (Gv 10,
15 18). Per salvare l'uomo dal peccato e dalla morte, scende nel
peccato, senza essere peccatore, e nella morte, lui il Santo e
il Capo della Vita, per uccidere dall'interno il peccato e la
morte (cf. Rm 8, 3). Il Figlio discende in ciò che è
la separazione dall'unione con il padre per mettervi la comunione
con il Padre. Tutto sembra finito:
Satana, vinto nel deserto, è vincitore, i nemici di Gesù
trionfano: Dio non è con lui, allora egli è un impostore
ed un blasfemo: gli apostoli sono persi e disorientati; il mondo
può continuare a vivere come prima. In realtà tutto
comincia: il perdono viene accordato ai carnefici e il paradiso
al ladrone; Maria diventa nostra Madre, lo Spirito, rimesso al
Padre, può essere donato alla prima cellula di Chiesa formata
da Maria e da Giovanni; Lo strappo del sipario del tempio inaugura
il nuovo culto reso al Padre "in spirito e verità"
(Gv 4. 23); i morti resuscitano, annuncio del mattino di Pasqua;
la natura stessa lo proclama Dio; il centurione lo confessa Figlio
di Dio; dal suo cuore trafitto escono acqua e sangue, segno del
battesimo e dell'Eucaristia che ci fanno partecipare alla sua
morte e alla sua Risurrezione; dal più profondo della sua
morte comincia a sgorgare la Risurrezione.
O Padre, tu non hai abbandonato il Figlio. Tu non hai cessato
di avvolgerlo con il tuo amore per rigenerarlo alla Risurrezione
nei dolori di un misterioso parto (At 13,33], del Mistero della
morte di tuo Figlio, tu fai il Mistero dell'amore infinito. Che
la tua Chiesa non cessi di lodarti per questo Mistero, di viverne
e di annunciarlo!
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